Paludi Blackwall, Recinto di Gozak Est, 12.00 am
Io, Rethra e Sei Dita eravamo oramai nel pantano, fino al collo.
Sono passate due settimane da quando siamo partiti dalle nostre baracche nel Recinto di Gozak per esplorare le zone interne. Avevamo deciso di attraversare l'area delle Paludi per evitare la di passare per la Foresta dei Mille Occhi.
Col senno di poi, forse la scelta non si era rivelata delle migliori.
Il fango arrivava veramente fino al collo e tutta la zona era così, per chilometri. Solo ogni tanto qui e là si scorgeva qualche pezzo di roccia erigersi dal pantano. Non era neanche possibile navigare la zona vista la densità dell'acquitrino.
Per il resto, mangrovie a perdita d'occhio e un'aria densa, malata e carica di umidità.
Disgustose sanguisughe elettriche! Non erano mai sazie di attaccarsi al tuo sistema nervoso!
Ogni tanto Rethra le bruciava con le sue mani bollenti. Non so come diavolo facesse, ma tutti sapevano che i Mutanti Fantasma avevano delle qualità strane. Son tutti diavoli, quelli...
Sicuramente meglio il mio mitra PPSH 41, molto più affidabile.
Riusciamo ad arrivare ad un isolotto abbastanza grande da sostenere tutti e tre, finalmente possiamo fare una pausa. Senza dire una parola ci stendiamo al suolo, stremati, e cerchiamo di recuperare le forze.
Dopo mezz'ora, Sei Dita si alza e scruta l'orizzonte appoggiandosi all'unico albero rinsecchito rimasto su quel pezzo di terra.
In quel momento il mutante sembrava un improvvisato marinaio vicino al pennone del veliero mentre cerca, con sguardo morboso, la terraferma...
Dopo pochi secondi noto una cosa strana. Nemmeno il tempo di realizzare cosa stava succedendo che vedo Sei Dita contorcersi dal dolore mentre viene stretto in una morsa mortale dall'albero!
Il vegetale muove i propri rami con una ferocia senza pari e cerca di immobilizzare la preda, avvicinandola al tronco.
Mio Dio, quell'aberrazione ha una bocca!
Mi lancio su quella 'cosa' e la colpisco più volte con la mia accetta. Rethra guarda ma non può far nulla, se attaccasse l'albero brucerebbe anche la sua vittima.
Riesco a mutilare alcuni rami e liberare Sei Dita, adesso anche la creatura sembra contorcersi di dolore. Mi accingo a finirla, quando da quell'orrendo squarcio dentato si innalza un urlo acutissimo, che riecheggia per tutta la Palude.
Il mostro finalmente si quieta, per non muoversi mai più.
Ho ancora l'adrenalina in circolo, quando Rethra mi fa un cenno. Da un punto lontano della palude, si scorge il contorno di una sagoma indistinta che nuota sotto il pelo del fango e si dirige verso di noi.
A tutta velocità.
L'istinto sembra correre più veloce ed in un attimo siamo pronti tutti e tre.
Un muro di fango si innalza proprio davanti a noi, per poi ridiscendere e rivelare una grossa creatura palmata, dalla pelle squamosa e dal colore marrone scuro. Prima di attaccarci ci fissa per un attimo con l'unico occhio rosso al centro del volto, mentre agita in aria la sua rivoltante lingua puntuta che esce dalla bocca a ventosa.
Non ci penso un attimo e libero il mio PPSH 41 vomitandogli addosso tutto il caricatore di pallottole. Per lui sarà una bella cura...
Quella sorta di incubo non accenna a cadere, le pallottole sembrano non fargli nessun effetto, maledizione.
Rethra e Sei Dita cercano di colpirlo a distanza con poteri e revolver, ma nulla. Tutti i colpi sembrano essere assorbiti dalla pelle squamosa, i proiettili si incastrano sottopelle e non passano oltre...
Non siamo messi bene, ci vuole qualcosa di grosso e devo essere sicuro che funzioni.
Urlo ai due di buttarsi nel pantano e restare giù, prendo una delle mie granate e la innesco.
Guardo per l'ultima volta i miei compagni. Un Mutante stupido ed una Fantasma alle prime armi...
Spero almeno che riescano a sopravvivere e trovare le risorse necessarie per la sopravvivenza delle nostre famiglie al campo.
Mi getto sulla bestia e stringo forte la granata.
Adesso te la faccio vedere io la colazione, maledetto bastardo.
Dopo pochi attimi, il boato.
Spazza via tutto, rami, foglie e detriti, una grande onda concentrica si allarga con impeto dal punto dell'esplosione fino ad un raggio di quindici metri.
Il silenzio ora è calato nuovamente sulla palude. Sei Dita e Rethra riemergono increduli in superficie e si guardano attorno, attoniti.
I resti della carcassa del mostro giacciono galleggianti sulla superficie limacciosa della palude, il fetore è orrendo.
Di Alan non è rimasto neanche un brandello.
Non c'è tempo per le lacrime, Rethra e Sei Dita dopo un momento di raccoglimento riprendono la loro traversata della palude, in silenzio.
Secondo i calcoli che aveva fatto Alan, proseguendo verso Ovest la palude dovrebbe diradarsi per dare spazio alla terraferma. I vecchi del campo dicevano che da lì dovrebbe partire un sentiero sterrato che conduce a PitFord.
Verso PitFord...
Per gli abitanti del campo. E per Alan.
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