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venerdì 20 maggio 2011

The only Choice

Paludi Blackwall, Recinto di Gozak Est, 12.00 am


Io, Rethra e Sei Dita eravamo oramai nel pantano, fino al collo.

Sono passate due settimane da quando siamo partiti dalle nostre baracche nel Recinto di Gozak per esplorare le zone interne. Avevamo deciso di attraversare l'area delle Paludi per evitare la di passare per la Foresta dei Mille Occhi.

Col senno di poi, forse la scelta non si era rivelata delle migliori.

Il fango arrivava veramente fino al collo e tutta la zona era così, per chilometri. Solo ogni tanto qui e là si scorgeva qualche pezzo di roccia erigersi dal pantano. Non era neanche possibile navigare la zona vista la densità dell'acquitrino.
Per il resto, mangrovie a perdita d'occhio e un'aria densa, malata e carica di umidità.

Disgustose sanguisughe elettriche! Non erano mai sazie di attaccarsi al tuo sistema nervoso!
Ogni tanto Rethra le bruciava con le sue mani bollenti. Non so come diavolo facesse, ma tutti sapevano che i Mutanti Fantasma avevano delle qualità strane. Son tutti diavoli, quelli...

Sicuramente meglio il mio mitra PPSH 41, molto più affidabile.

Riusciamo ad arrivare ad un isolotto abbastanza grande da sostenere tutti e tre, finalmente possiamo fare una pausa. Senza dire una parola ci stendiamo al suolo, stremati, e cerchiamo di recuperare le forze.
Dopo mezz'ora, Sei Dita si alza e scruta l'orizzonte appoggiandosi all'unico albero rinsecchito rimasto su quel pezzo di terra.
In quel momento il mutante sembrava un improvvisato marinaio vicino al pennone del veliero mentre cerca, con sguardo morboso, la terraferma...

Dopo pochi secondi noto una cosa strana. Nemmeno il tempo di realizzare cosa stava succedendo che vedo Sei Dita contorcersi dal dolore mentre viene stretto in una morsa mortale dall'albero!
Il vegetale muove i propri rami con una ferocia senza pari e cerca di immobilizzare la preda, avvicinandola al tronco.

Mio Dio, quell'aberrazione ha una bocca!

Mi lancio su quella 'cosa' e la colpisco più volte con la mia accetta. Rethra guarda ma non può far nulla, se attaccasse l'albero brucerebbe anche la sua vittima.
Riesco a mutilare alcuni rami e liberare Sei Dita, adesso anche la creatura sembra contorcersi di dolore. Mi accingo a finirla, quando da quell'orrendo squarcio dentato si innalza un urlo acutissimo, che riecheggia per tutta la Palude.

Il mostro finalmente si quieta, per non muoversi mai più.

Ho ancora l'adrenalina in circolo, quando Rethra mi fa un cenno. Da un punto lontano della palude, si scorge il contorno di una sagoma indistinta che nuota sotto il pelo del fango e si dirige verso di noi.

A tutta velocità.

L'istinto sembra correre più veloce ed in un attimo siamo pronti tutti e tre.
Un muro di fango si innalza proprio davanti a noi, per poi ridiscendere e rivelare una grossa creatura palmata, dalla pelle squamosa e dal colore marrone scuro. Prima di attaccarci ci fissa per un attimo con l'unico occhio rosso al centro del volto, mentre agita in aria la sua rivoltante lingua puntuta che esce dalla bocca a ventosa.

Non ci penso un attimo e libero il mio PPSH 41 vomitandogli addosso tutto il caricatore di pallottole. Per lui sarà una bella cura...

Quella sorta di incubo non accenna a cadere, le pallottole sembrano non fargli nessun effetto, maledizione.
Rethra e Sei Dita cercano di colpirlo a distanza con poteri e revolver, ma nulla. Tutti i colpi sembrano essere assorbiti dalla pelle squamosa, i proiettili si incastrano sottopelle e non passano oltre...

Non siamo messi bene, ci vuole qualcosa di grosso e devo essere sicuro che funzioni.

Urlo ai due di buttarsi nel pantano e restare giù, prendo una delle mie granate e la innesco.
Guardo per l'ultima volta i miei compagni. Un Mutante stupido ed una Fantasma alle prime armi...
Spero almeno che riescano a sopravvivere e trovare le risorse necessarie per la sopravvivenza delle nostre famiglie al campo.

Mi getto sulla bestia e stringo forte la granata.
Adesso te la faccio vedere io la colazione, maledetto bastardo.



Dopo pochi attimi, il boato.

Spazza via tutto, rami, foglie e detriti, una grande onda concentrica si allarga con impeto dal punto dell'esplosione fino ad un raggio di quindici metri.


Il silenzio ora è calato nuovamente sulla palude. Sei Dita e Rethra riemergono increduli in superficie e si guardano attorno, attoniti.

I resti della carcassa del mostro giacciono galleggianti sulla superficie limacciosa della palude, il fetore è orrendo.

Di Alan non è rimasto neanche un brandello.


Non c'è tempo per le lacrime, Rethra e Sei Dita dopo un momento di raccoglimento riprendono la loro traversata della palude, in silenzio.

Secondo i calcoli che aveva fatto Alan, proseguendo verso Ovest la palude dovrebbe diradarsi per dare spazio alla terraferma. I vecchi del campo dicevano che da lì dovrebbe partire un sentiero sterrato che conduce a PitFord.


Verso PitFord...

Per gli abitanti del campo. E per Alan.

venerdì 6 maggio 2011

Another night in Hell

Accampamento Grers, Arshtempton Sud, 2.00 am

I civili stavano dormendo tranquilli. Tre gruppi di Escavatori avevano passato due giorni fuori dal campo per esplorare le zone oltre le montagne a Nord. La zona oltre i monti non era radioattiva, probabilmente con un pò di fortuna i tre team avrebbero potuto trovare una falda d'acqua pulita.

La ricerca non era stata fortunata, così al loro rientro a mani vuote gli uomini hanno ripreso i turni di guardia per la notte.

Alle 2.00 am l'attacco.

Erik viene svegliato di soprassalto da una forte esplosione proveniente appena fuori dalle barricate del campo.
Si alza dal letto terrorizzato, si avvicina alla finestra della sua baracca. Attraverso la tapparella trapela un balenare di torce impazzite, altri scoppi nei dintorni.

Un altro gruppo nemico sta cercando di assalirci.

Il ragazzo si precipita su una cassa vicino al comodino. Dove ha messo la chiave? Mentre cerca di aprire il lucchetto la puzza degli altri contanier bruciati e le grida degli abitanti del campo si fanno sempre più forti e vicine. Urla inarticolare dall'origine solo lontanamente umana riecheggiano terribili nel campo.

E' un gruppo di mutanti. Probabilmente vengono dalle montagne, hanno intravisto i nostri Escavatori e li hanno seguiti.

Maledetti bastardi.

Dov'è quella chiave?

Trovata. Erik apre la cassa e prende il vecchio revolver del nonno e qualche munizione. Non lo ha mai utilizzato, fino ad allora gli Escavatori hanno sempre protetto il campo dagli assalti esterni, ma con i mutanti è un'altra storia..

Il tempo di prendere la borsa con i crediti che un colpo violento si abbatte sulla porta della baracca.

Sono arrivati alla sua casa.

In pochi secondi due arti alieni sfondano il centro della porta e cercano di aprirla. Erik si lancia fuori dalla finestra e corre a perdifiato dal suo amico Ernst. Si ricorda che aveva due vecchie bici da sterrato nel magazzino...

In pochi minuti Ernst ed Erik schizzano via dal campo cercando di evitare il gruppo di mutanti. Per fortuna hanno attaccato il campo a piedi, altrimenti i due sarebbero già carne morta.

I due giovani si lanciano a tutta velocità sulla vecchia Brown Route che passa distante pochi chilometri dal campo.

Dietro, i ragazzi vedono l'accampamento in fiamme. Quelle aberrazioni avevano prevalso, troppo numerosi per i pochi Escavatori di Grers.

Davanti, il buio della notte. L'unica speranza era di non fare nessun incontro durante il tragitto e arrivare a PitFord in una settimana.

Mentre Erik pedalava fino a farsi scoppiare i polmoni, pensava al viaggio, alla meta da raggiungere e al fucile del nonno.

Avrebbe funzionato ancora quel marchingegno dopo tanti anni di inutilizzo?

La Nazione che il nonno aveva servito con quel fucile, non esiste più da anni...